Nata per far nascere, la Legge 40 sulla Procreazione Medicalmente Assistita, oggi compie venti anni.
Il 19 febbraio del 2004, data della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la legge ratificava un significativo passo in avanti per tutta la collettività. A partire dal suo articolo 1:
“Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito.”
Da allora, anche grazie all’esperienza acquisita in questi anni e alla ricerca scientifica, la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), che si basa su una serie di procedure mirate a favorire il concepimento nelle coppie che non possono concepire naturalmente o che hanno una bassa probabilità di farlo, si è via via affermata come un'opzione preziosa.
I dati parlano chiaro. Sebbene durante questo ventennio la legge non abbia avuto vita facile - è stata infatti modificata da diversi pronunciamenti della Corte costituzionale -, questa ha consentito di far nascere in Italia 217mila bambini. L’equivalente di città come Brescia, Modena o Cagliari.
Le modifiche normative hanno affrontato negli anni questioni cruciali riguardanti l’accesso alle tecniche di PMA, i divieti, i requisiti soggettivi e altri aspetti rilevanti ma la battaglia per la vita - vissuta dentro e fuori le aule politiche e quelle dei tribunali – oggi sembra aver conquistato anche una solidità statistica.
Come evidenzia l’Istituto Superiore di Sanità, infatti, le attività di fecondazione assistita sono aumentate negli anni di quasi due volte, dai 63.585 trattamenti del 2005 si è passati ai 109.755 del 2022.
Ma non solo. A testimonianza del perfezionamento delle tecniche e, più in generale, dell’esperienza accumulata dai clinici, la percentuale di bambini nati vivi sulla popolazione generale che nel 2005 era del 1,22% nel 2022, si è attestata al 4,25%.
Tirando le somme, in questi vent’anni sono stati fatti molti passi in avanti (e anche qualche passo laterale) ma restano ancora delle “barriere” da abbattere. Due su tutte: il destino dei cosiddetti embrioni orfani e gli ostacoli alla fecondazione eterologa, quella con gameti esterni alla coppia.
Andare oltre la cura, mettere al centro la persona, creare ponti verso la collettività, concepire nuove vite e nuove ambizioni. L’anniversario della legge 40 richiama l'attenzione anche sull'impegno costante di IBSA Italy che, da sempre, si distingue per il suo commitment nella ricerca scientifica, perseguendo con costanza l'eccellenza nell'ambito della salute riproduttiva, impegnandosi a migliorare le terapie disponibili ma anche accompagnando medici e coppie lungo il complesso - talvolta tortuoso - percorso della PMA.