Con i LEA l’infertilità viene riconosciuta come una patologia da curare. Un cambiamento funzionale in grado di garantire un accesso più equo e inclusivo alle procedure di PMA in tutte le regioni italiane, assicurando qualità, sicurezza e appropriatezza dei trattamenti e limitando la mobilità interregionale e quella verso l’estero, in altri paesi Europei o extra europei.
È notorio che il tasso di natalità nel nostro paese è, negli ultimi anni, in costante diminuzione. Ma, secondo le ultime statistiche presentate nel 17° rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso del 2021 sono stati registrati 16.625 nuovi nati grazie alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), equivalente al 4,2% del totale dei nati. L'obiettivo con l'attuazione LEA è di raggiungere il 7% entro il 2025.
Antonino Guglielmino, Fondatore della Società Italiana della Riproduzione Umana (S.I.R.U.), sottolinea: “Con i LEA abbiamo ottenuto la legittimazione delle cure, che diventano un diritto per tutte le coppie che ne hanno necessità, in linea con quanto sancisce il nostro Sistema Sanitario Nazionale. Questo è il primo passo di un lavoro più ampio che coinvolge le Regioni”.
Nel 2024 ricorre il decennale della sentenza della Corte costituzionale, che sanciva la legittimità delle tecniche eterologhe ma, nonostante i dieci anni trascorsi, molte coppie ancora non sanno che possono seguire questo percorso nel nostro Paese. “L’entrata in vigore dei LEA deve essere anche l’occasione per promuovere una maggiore informazione su questi temi, sia sul territorio, sia durante il counselling effettuato prima di iniziare il percorso” – sottolinea Walter Vegetti, Responsabile del Centro di Procreazione Medicalmente Assistita della Fondazione Cà Granda Ospedale Policlinico di Milano.
IBSA Italy conferma il suo impegno con l’obiettivo di semplificare il percorso di PMA, informare con appropriatezza e agevolare i rapporti tra specialisti e coppie, garantendo un percorso più inclusivo alle procedure di PMA in tutte le regioni italiane, limitando la mobilità interregionale e quella verso l’estero e, cosa più importante, assicurando qualità, sicurezza e appropriatezza dei trattamenti.