Sono più di 5 milioni e mezzo le persone che si trovano oggi in condizioni di povertà assoluta nel nostro Paese. Circa il 7% di queste – ovvero 390 mila individui - è in condizioni di povertà sanitaria, e nel corso del 2022 si è trovato a dover richiedere aiuto ad una delle 1.806 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure.
Numeri impressionanti che emergono dal 10° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, organo di ricerca del Banco Farmaceutico, con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e ABOCA. I dati sono stati presentati lo scorso 12 dicembre in un convegno promosso da Banco Farmaceutico e AIFA, durante il quale sono emerse le tante difficoltà legate alla cura della salute per le famiglie, aggravate ancor di più dalla difficile congiuntura storica attuale.
La nostra società sta infatti facendo i conti con un generalizzato aumento del costo della vita e una contestuale riduzione del benessere individuale e collettivo; sta vivendo l’incertezza dettata dalla guerra in corso in Ucraina che ha delle ripercussioni sulle economie di tutto il mondo. Tutto questo colpisce in modo particolare chi già vive in condizioni economiche minimali e spesso si traduce in tagli alle spese per la salute per far fronte ad altre necessità familiari. Il rapporto sottolinea come nel 2021 hanno cercato di ridurre le spese sanitarie (rinunciando o rinviando a visite mediche o accertamenti periodici) complessivamente oltre 4 milioni 768 mila famiglie, di cui quasi 639 mila in povertà assoluta. La rinuncia alle cure è stata praticata da 27 famiglie povere su 100 a fronte di 13 famiglie non povere su 100. Le profonde differenze tra famiglie povere e quelle non povere si evidenzia nel budget stanziato per la salute: una persona indigente ha a disposizione 9,9 euro al mese, mentre una persona non povera ha a disposizione sei volte tanto, cioè 61,83 euro mensili. Guardando al budget per l’acquisto di farmaci, i poveri hanno a disposizione solo 5,85 euro, mentre i non poveri 24,51.
“La povertà sanitaria continua a rappresentare un grave problema per migliaia di famiglie povere, mentre sacrifici e rinunce riguardano sempre più spesso anche quelle non povere. Purtroppo, le condizioni di chi vive in Italia non sono destinate, nell’immediato futuro, a migliorare; questo, a causa di alcuni effetti persistenti della crisi economica derivata dalla pandemia, e della grave situazione internazionale” - ha dichiarato Sergio Daniotti, Presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.
Il Rapporto rappresenta uno strumento molto importante per comprendere e acquisire consapevolezza di una situazione che, dalla pandemia di Covid-19, si sta facendo sempre più critica: la povertà e la disparità di accesso alle cure stanno esasperando le disuguaglianze e le sofferenze di molti italiani che non riescono a godere di un diritto fondamentale, troppo spesso dato per scontato, come quello alla salute e al benessere.
Contribuire a contrastare i fenomeni legati alla povertà sanitaria e alla difficoltà di accesso alle cure in Italia è uno dei valori alla base della collaborazione e del sostegno offerto da IBSA al Banco Farmaceutico, una collaborazione consolidata che si manifesta sia attraverso il supporto all’equipe che ogni anno lavora al Rapporto sulla Povertà Sanitaria, sia attraverso l’impegno durante la Settimana di raccolta del farmaco, la cui prossima edizione si terrà dal 7 al 13 febbraio 2023.
Progetti questi che si inseriscono in modo coerente nel percorso di Corporate Social Responsibility intrapreso dall’azienda e fanno leva su azioni tangibili per dare concretezza a quel “prendersi cura della persona e del suo benessere” che è il cuore della mission di IBSA.
Per saperne di più sul 10° Rapporto sulla Povertà Sanitaria è possibile consultare questo link.
Leggi il comunicato stampa.